Oliena è un piccolo comune del nuorese ricco di
storia, arte e tradizioni: si trova a 5 minuti da Dorgali e Cala Gonone, ambite
mete turistiche sulla costa orientale sarda: per questo motivo Oliena, ritratto
sui monti della Barbagia, beneficia del turismo estivo. Tuttavia, grazie alle
numerose iniziative culturali, all’architettura, ai monumenti e ai musei del
posto, e a un’innata predisposizione per l’accoglienza e la buona cucina,
riesce ad attrarre visitatori anche durante le altre stagioni.
La processione del Corpus Domini di domenica 2 giugno da sempre rappresenta un momento di fede, tradizione, cultura e suggestioni uniche. Un corteo di fedeli capeggiato dagli uomini a cavallo, dalle donne con il meraviglioso costume della festa e sas pandelas (stendardi), attraversa le vie del centro storico, addobbate per l’occasione con fiori e piante della macchia mediterranea.
Nelle finestre e nei balconi delle case sono esposti i costumi, i copriletto e i tappeti ricamati. Riflettori puntati sui lavori di grandi maestri falegnami, fabbri, calzolai e le impareggiabili ricamatrici, che saranno al lavoro per dimostrare dal vivo l’autenticità delle loro creazioni.
Altro tema principe è l’enogastronomia, con le genuine prelibatezze locali, dal pane al formaggio, ai dolci, all’olio e al vino. Menu tematici ispirati ai fiori e alle erbe endemiche si possono gustare nei ristoranti e agriturismo del paese.
Durante tutto il mese balli e canti a tenore allietano le giornate e le serate.
Il 24 giugno si celebra la festa di San Giovanni, nella chiesetta campestre vicino alla sorgente di Su Gologone.
La sera prima, davanti agli usci delle case e nel cortile della chiesetta vengono accesi dei piccoli fuochi con erbe aromatiche e il fiore di San Giovanni intorno ai quali i fedeli fanno tre salti a simboleggiare la forma della croce per la benedizione, come vuole l’antica tradizione, tra il sacro e il profano.
Un fior fiore di iniziative per aprire la stagione estiva con il meglio di ciò che offre la natura e con ciò che la laboriosità e creatività degli olianesi può produrre e offrire ai visitatori.
Le mostre d'arte a Oliena in fiore
Le mostre verranno inaugurate sabato 1° giugno e rimarranno aperte tutto il mese.
LE MOSTRE PRINCIPALI
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L’INVENZIONE
DELLO SPAZIO
mostra di pittura a cura di Liliana Cano.
Al piano terra di Casa Calamida, un’elegante
casa padronale datata 1600, sono presenti le tele di una delle artiste più
prolifiche dell’Isola: su uno sfondo di sfumature rosso-passione, cromia
privilegiata sulla tavolozza della pittrice, contorni umani lievemente
tracciati si muovono nello spazio, talvolta fluttuando eleganti, talaltra come
risucchiati con vigore dal vortice d’aria nel quale sono ingabbiati.
Liliana
Cano nasce
a Gorizia nel 1924 da genitori sassaresi, si forma all’Accademia Albertina di
Torino, allieva di Filippo Omegna e Domenico Valinotti, e dal ’46 è in
Sardegna, dove si stabilisce nella città d’origine. La sua arte, passionale e
visionaria, l
condurrà negli anni a stabilirsi per qualche tempo
in Francia e in altre nazioni europee.
Ricercatrice e sperimentatrice, ha sempre spaziato
tra numerose tecniche: una costante delle sue opere, il più delle volte in
grande formato, è la Sardegna, con la sua donna tenace ed elegante allo stesso
tempo.
Ha esposto in tutta Italia e all’estero, privilegiando
da sempre la sua amata Francia.
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GAI SEMOS
rielaborazioni grafiche a cura di Igino Panzino.
Al primo e al secondo piano della stessa abitazione
d’epoca, le opere in grande formato del figlio di Liliana Cano: ingrandimenti
di fotografie sature di sardità, rielaborate graficamente sino a sfiorare i
confini dell’astrazione. Si tratta di dettagli di donne e uomini in abito sardo
o campestre, o di buoi uniti dal giogo: la celebrazione della cultura contadina
nell’Isola, come il titolo della mostra suggerisce (dal duplice significato di
“siamo fatti così” ma anche “così siamo venuti”).
Igino
Panzino
nasce a Sassari nel 1950 e inizia la sua attività espositiva fin dagli anni
’70. Figlio d’arte (sua madre è Liliana Cano, proveniente a sua volta da una
famiglia di indiscussi talenti artistici). I campi prediletti sono quelli del
disegno, della scultura, delle installazioni e, recentemente, di arte pubblica,
alla quale si dedica insieme a un gruppo di architetti.
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LA CONQUISTA DELLA MATERIA
mostra
di arazzi e tessiture d’arte a cura di Nietta Condemi
Un’altra
casa d’epoca, quella di Padre Solinas, accoglie tra mille bolle di sapone
l’esposizione dell’estrosa artista che rinnova, con sperimentazioni fra le più
ricercate, l’antica tradizione tessile. I motivi dei tappeti, degli arazzi e
delle bisacce apprezzati e imitati in tutto il mondo, strizzano l’occhio, nelle
sue opere, all’optical raggiunto utilizzando persino vecchi nastri di
videocassette. Tutto, per la Condemi, può diventare
arte,
come i vecchi cd rivestiti di lana e i legnetti tessuti al telaio. La sua è una
ricerca artistica della tridimensionalità e della sensorialità: tutte le sue
opere si possono apprezzare infatti, oltreché con la vista, anche col tatto.
Nietta Condemi nasce a Orune (Nu) nel ’51 e vive e lavora a Nuoro.
Conseguito il diploma di Maestro d'Arte Maturità d'Arte Applicata a Nuoro,
completa la sua formazione con Paola Besana, Martha Nieuwenhuijs e Marie Louise
Roshlom.
Le arti visive e la tessitura sono da sempre i suoi
campi prediletti, in cui ama indagare e rompere gli schemi della
bidimensionalità: attraverso le sue esposizioni, allestite in tutta Europa, ha
collezionato numerosi premi e riconoscimenti.
LE ALTRE MOSTRE
Luisella
Atzei, classe
1954, espone all’ex Collegio dei Gesuiti la sua mostra pittorica “Si alza un
vento”. Su tele di grande formato, il vento gonfia le vesti della donna ritratta
e le travolge i suoi sogni innocenti: le fa presagire il dolore, le fa
intravedere la morte del figlio e la porta a condividerne le pene. Forse
religioso, certamente spirituale.
Claudia
Sini,
giovane pittrice sarda, espone anche lei all’ex Collegio dei Gesuiti: i suoi
acquerelli di “Allichirìa po su Santu” (sistemata di tutto punto per il
Santo) raccontano in maniera minimale, eppure non avara di minuscoli dettagli,
gli abiti tradizionali della Sardegna. La sua china traccia fedelmente linee,
pieghe e bottoni di fazzoletti e scialli, gonne e grembiuli di oltre cinquanta
paesi dell’Isola.
Roberta
Ciusa,
designer, figlia di Nietta Condemi.
Appena 28 anni e già numerosi riconoscimenti alle
spalle, Roberta Ciusa ha fatto del design la sua forma espressiva più completa:
a Oliena, accanto all’esposizione di sua madre, sono in bella mostra una comoda
poltrona dai contorni ricercati e un abito da donna, austero ed elegante al
tempo stesso.
Simona
Ciusa,
sorella di Roberta, è la più estrosa della famiglia. Sue le installazioni
esposte al piano terra di Casa Padre Solinas: in “Libera…mente”, la sua
mostra, dal buio pesto della sala emergono fosforescenti le sue opere astratte
realizzate assemblando pezzi di motociclette, dischi e parti del pc.
Sara
Bachmann, originaria
dell’Olanda, vive ormai da anni a Olbia dove realizza le sue “Amiche di
Freya” esposte per l’occasione alla Casa Masetto, altra abitazione storica
olianese. Freya è la sua bimba di quattro anni: occhi grandi, labbra a forma di
cuore e lineamenti docili che la Bachmann ripropone nei suoi soggetti. Vestiti,
per amore della sua terra adottiva, con gli abiti della tradizione sarda.
Info: Presidio Turistico Galaveras tel. 0784 286 078 - e-mail: galaveras@tiscali.it
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