SABATO 21 E DOMENICA 22 APRILE 2012
Prezzo di copertina del volume “Gli Arazzi dell’Abbazia della Cervara: storia e restauro” (Allemandi Editore) € 25,00 durante i giorni della visita sconto 20% € 20,00
Info: prenotazione obbligatoria al numero verde 800.652.110 - e-mail visite@cervara.it La Cervara non è raggiungibile in auto privata. E’ possibile usufruire degli autobus pubblici che fermano ai piedi di via Cervara.
Nello Forte Grazzini, Roberta Genta; Pinin Brambilla Barcilon, Mide Osculati. “Gli Arazzi dell’Abbazia della Cervara: storia e restauro” (Allemandi editore). Presentazione di Gianenrico Mapelli e Luigi Quaranta, presidente Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale. Il volume raccoglie gli esiti del lungo e complesso lavoro di studio e restauro che ha interessato gli 8 preziosi arazzi fiamminghi conservati nell’Abbazia della Cervara. Le antiche tappezzerie fanno capo, a coppie, a quattro differenti serie: due, raffiguranti una Caccia al cervo con Diana e le sue ninfe e una Caccia coi falconi, sono state molto probabilmente tessute a Bruxelles intorno al 1600, gli altri sei, con Storie di Sansone, Storie di Teseo e Storie di Augusto, sono stati tutti fabbricati ad Anversa nelle manifatture della cerchia dei Wauters nel corso del XVII secolo. La loro introduzione alla Cervara si colloca nella più recente frazione della secolare storia dell’Abbazia, fondazione monastica benedettina trecentesca, il cui articolato complesso si affaccia sul Golfo del Tigullio, tra mare e montagna, in un tratto di costa tra Santa Margherita Ligure e Portofino tra i più suggestivi per bellezza in Italia. L’acquisto da parte dell’attuale proprietà ha segnato una svolta straordinaria non solo per il recupero delle qualità architettoniche e ambientali del luogo, ma anche per la valorizzazione degli spazi interni, dove hanno trovato posto arredi e opere d’arte appositamente acquistate e allestite. L’esigenza di arredare le sale e in particolare la Chiesa del complesso ha guidato la scelta di acquisire gli otto meravigliosi parati tessili, indubbiamente una scelta estetica e storica di grande raffinatezza, nonché una colta operazione di recupero, a cui l’intervento conservativo da poco concluso ha garantito finalmente le dovute condizioni di leggibilità e apprezzamento. Il restauro è stato effettuato dal laboratorio di manufatti tessili del Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, coordinato da Roberta Genta sotto la supervisione di Pinin Brambilla, direttore dei Laboratori di Restauro del Centro e celebre restauratrice del Cenacolo vinciano, a cui era già stato affidato il recupero dell’intera decorazione pittorica interna ed esterna della Cervara durante i lavori condotti a partire dal 1991. Il volume si apre infatti con un’introduzione della stessa Pinin Brambilla e di Mide Osculati, responsabile del progetto architettonico complessivo, che ripercorre le lunghe e accuratissime operazioni di restauro, attuate nel massimo rispetto delle preesistenze storiche. Le vicende legate alla realizzazione e ai successivi passaggi collezionistici degli otto manufatti sono ricostruite in modo dettagliato e denso di riferimenti storico-documentari da Nello Forti Grazzini, docente universitario ed esperto di arazzi: grazie allo studio degli inventari sei-settecenteschi e al confronto con altre tappezzerie superstiti di analoga provenienza, la ricostruzione storica fa luce sui complessi passaggi di proprietà degli arazzi, quattro dei quali erano anticamente parte della collezione Durini, illustre raccolta milanese di tappezzerie formata nel XVII secolo. Il restauro ha costituito per il laboratorio di Venaria un’occasione straordinaria di approfondimento tecnico e verifica metodologica nell’ambito specifico – strategico e di eccellenza per il Centro Conservazione e Restauro – delle arti decorative. Le operazioni e le procedure impiegate, presentate nel contributo di Roberta Genta, hanno consentito non solo di garantire le necessarie condizioni per una buona conservazione degli arazzi, ma hanno anche fornito risultati insperati in termini di resa cromatica e figurativa, che si può oggi ammirare in tutto l’antico splendore. Fonte Ufficio stampa: Ellecistudio
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